Logo Comune di Bagnaria

Santa Margherita di Staffora

Frazione Casanova Destra, 1 - 27050 Santa Margherita di Staffora (PV)
Telefono: 0383.551100 - Fax: 0383.552914
Email: maura.telefoni@comune.santamargheritadistaffora.pv.it - PEC: comune.santamargheritadistaffora@pec.regione.lombardia.it

Comune di Bagnaria

La storia di santa Margherita di Staffora

Santa Margherita di Staffora è un piccolo ma affascinante comune montano dell’Oltrepò Pavese, immerso tra i boschi dell’Alta Valle Staffora. Il territorio, abitato sin dall’età romana, conserva ancora oggi le tracce della sua lunga storia. Testimonianze archeologiche come la Fornace Romana di Massinigo e i reperti ritrovati a Casanova Staffora attestano la presenza di insediamenti stabili già in epoca imperiale. Durante il Medioevo, Santa Margherita fu donata da Federico Barbarossa ai Malaspina, entrando così a far parte del feudo di Oramala. I marchesi edificarono qui un castello, i cui ruderi sono ancora visibili accanto alla chiesa parrocchiale. Nel 1275 il paese venne assorbito dal Marchesato di Varzi, legandosi ancora di più alle vicende storiche dell’Appennino pavese. Tra i suoi figli illustri si ricorda l’Abate Giuseppe Malaspina, autore della Malaspineide, opera che celebra la casata di famiglia e le sue gesta.

Un comune sparso tra boschi e crinali

Santa Margherita di Staffora è un “comune sparso”, formato da numerose piccole frazioni disseminate tra le colline e le montagne della valle. Con circa 450 abitanti, rappresenta un esempio unico di comunità diffusa, dove ogni frazione custodisce tradizioni, architetture rurali e scorci naturali diversi. L’ambiente è caratterizzato da fitte foreste di latifoglie e conifere, pascoli, radure e corsi d’acqua cristallini. Luoghi come Pian del Poggio e Pian dell’Armà non sono solo stazioni sciistiche, ma veri e propri paradisi paesaggistici, ideali per escursioni, ciaspolate e momenti di relax immersi nella natura. L’identità del territorio si nutre del legame profondo tra uomo e ambiente, in un equilibrio prezioso da preservare e valorizzare.

Territorio e Turismo Comune di Bagnaria

L’Ecomuseo “Il Grano in Erba”

Tra le iniziative culturali più rilevanti spicca l’Ecomuseo “Il Grano in Erba”, un progetto che unisce Santa Margherita di Staffora e Menconico, estendendosi oggi anche ai comuni di Brallo di Pregola e Romagnese. L’Ecomuseo è pensato come un insieme di percorsi e laboratori che raccontano la storia agricola del territorio, in particolare quella legata alla coltivazione del grano, un tempo largamente praticata. Attraverso testimonianze, narrazioni, eventi e installazioni, il progetto sensibilizza i visitatori su temi fondamentali come la sostenibilità, la biodiversità, la memoria dei saperi rurali. È un invito a scoprire la montagna non solo come meta di svago, ma come luogo vivo e carico di significati.

Il Museo del Salumiere e l’arte del gusto

Per gli appassionati delle tradizioni gastronomiche, imperdibile è il Museo del Salumiere, nato grazie all’impegno di Angelo Dedomenici. Questo piccolo ma affascinante spazio museale ricostruisce la storia e l’identità di una delle eccellenze locali più rinomate: il Salame di Varzi. Attraverso fotografie storiche, strumenti antichi, documenti e una fedele ricostruzione di una salumeria degli anni ’30, il museo offre un vero e proprio viaggio nella cultura del gusto e nella maestria dei salumieri di un tempo. Una visita che restituisce il valore del lavoro artigianale e l’importanza della filiera corta, oggi più attuale che mai.

Il fascino del Mulino Pellegro

Un altro simbolo del patrimonio storico di Santa Margherita Staffora è il Mulino Pellegro, situato in località Casanova Destra. Si tratta di un antico mulino ad acqua, l’unico ancora intatto e funzionante nella vallata. Visitare il Mulino significa compiere un tuffo nel passato contadino: si possono osservare le vecchie macine, i locali della macinatura e un piccolo ma prezioso Museo Contadino che raccoglie attrezzi, utensili e oggetti del quotidiano rurale di un tempo. Il mulino è oggi anche un punto di riferimento per attività didattiche e culturali, che avvicinano le nuove generazioni alla storia materiale del territorio. Un’esperienza autentica, immersa nella semplicità di una civiltà ancora viva nel cuore dell’Oltrepò.