L’Eremo di Sant’Alberto di Butrio è uno di quei luoghi capaci di rapire l’anima e sospendere il tempo. Immerso tra i primi rilievi dell’Appennino Ligure, nel cuore verde e rigoglioso della splendida Valle Staffora, rappresenta una gemma nascosta dell’Oltrepò Pavese, in provincia di Pavia. Situato a 687 metri di altezza, questo antico complesso monastico domina silenzioso il fondo valle, offrendo uno scenario mozzafiato che si apre all’orizzonte con dolci colline, boschi fitti e ampi squarci di cielo terso. Il visitatore viene immediatamente avvolto da un’atmosfera di profonda quiete, dove la natura incontaminata e il richiamo della storia si fondono in un abbraccio suggestivo. Passeggiando tra i suoi antichi muri di pietra e ammirando la semplicità austera delle sue architetture, si percepisce un’intensa sensazione di pace e serenità, quasi che lo spirito stesso del luogo sussurri racconti di tempi lontani e di vita monastica. Ogni angolo di questo eremo sembra custodire un segreto, un invito a rallentare il passo e ad ascoltare il silenzio, regalando un’esperienza che lascia il segno nel cuore di chi ha la fortuna di arrivarci.
La storia dell’Eremo di Sant’Alberto di Butrio
Le origini nel 1030
La costruzione dell’eremo ebbe inizio nel 1030 grazie a Sant’Alberto, appartenente al casato dei Malaspina. Scelse di ritirarsi in solitudine nella valletta del Borrione, dove ancora oggi si trova una piccola cappelletta dedicata alla sua memoria.
Il miracolo e la nascita della comunità
La leggenda racconta che Sant’Alberto guarì miracolosamente il figlio muto del marchese di Casasco (Malaspina). In segno di riconoscenza, il marchese fece edificare una chiesa romanica dedicata alla Madonna, permettendo a Sant’Alberto e ai suoi seguaci di avere un luogo dove pregare.
Con il tempo, gli eremiti formarono una comunità stabile e costruirono anche il monastero, di cui oggi resta l’ala del chiostrino e il pozzo.
Cosa vedere all’Eremo di Sant’Alberto di Butrio
La torre e le chiese romaniche
Oggi l’eremo conserva ancora una robusta torre, residuo della cinta muraria fortificata, e diverse piccole chiese romaniche.
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La Chiesa di S. Antonio custodisce affreschi tardo-quattrocenteschi di fattura popolare.
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La Chiesa di S. Alberto, risalente al XII secolo, conserva le reliquie del santo ed è impreziosita da un ciclo di affreschi che raffigurano il committente Bertramino Malaspina.
Un luogo di spiritualità
L’Eremo di Sant’Alberto di Butrio è da sempre un luogo di solitudine, silenzio e preghiera. Un angolo perfetto per chi cerca pace interiore e un contatto autentico con la storia e la natura.
Perché visitare l’Eremo di Sant’Alberto di Butrio
Sant’Alberto di Butrio rappresenta un punto di incontro unico tra fede, arte e natura. Un luogo ancora incontaminato, che racchiude secoli di storia e spiritualità, immerso nella magia dell’Appennino Pavese.
Se non l’hai ancora visitato, è il momento di scoprire questa perla nascosta dell’Oltrepò Pavese. Ti aspetta un’esperienza di turismo lento, spirituale e autentico.